I quattro maestri

I quattro maestri

  • Downloads:3697
  • Type:Epub+TxT+PDF+Mobi
  • Create Date:2021-04-06 07:52:11
  • Update Date:2025-09-06
  • Status:finish
  • Author:Vito Mancuso
  • ISBN:8811814642
  • Environment:PC/Android/iPhone/iPad/Kindle

Summary

Socrate, l’educatore。 Buddha, il me­dico。 Confucio, il politico。 Gesù, il profe­ta。 Risalendo alle antiche tradizioni spirituali e filosofiche dell’umanità, Vito Mancuso individua nel pensiero di queste quattro figure gli insegnamenti ancora validi e preziosi per noi, uomini e donne di oggi。 La loro parola diventa così una guida decisiva per percorrere con maggiore consapevolezza gli impervi sentieri della nostra esistenza, convivere con il caos che ogni giorno sperimentiamo, e tracciare una strada nuova verso l’autentica pace interiore。 Perché interrogando questi quattro grandi con sapienza e curiosità, e avvicinando a noi il loro profondo mes­saggio, saremo in grado di risvegliare il maestro da cui non possiamo prescindere: la nostra coscienza, il quinto maestro。 Per diventare così consapevoli che la forza per definire le nostre vite è den­tro di noi, e che possiamo essere noi stessi i creatori della nostra felicità。

Download

Reviews

Patty

Illuminante! Lo farei leggere a tutti。

Antonietta Florio

«[…] Vasilij Grossman, un giorno, pochi anni prima della morte, scrisse: «Che cosa diremo al cospetto del tribunale del passato e del futuro, noi uomini vissuti nell’epoca del nazismo? Non abbiamo giustificazioni。 / Diremo che non c’è stata epoca più dura della nostra, ma che non abbiamo lasciato morire l’umano nell’uomo。 […] Continuiamo a credere che vita e libertà siano una cosa sola, e che non ci sia nulla di più sublime dell’umano nell’uomo»。1 È questa la felicità di cui parlo e che conferis «[…] Vasilij Grossman, un giorno, pochi anni prima della morte, scrisse: «Che cosa diremo al cospetto del tribunale del passato e del futuro, noi uomini vissuti nell’epoca del nazismo? Non abbiamo giustificazioni。 / Diremo che non c’è stata epoca più dura della nostra, ma che non abbiamo lasciato morire l’umano nell’uomo。 […] Continuiamo a credere che vita e libertà siano una cosa sola, e che non ci sia nulla di più sublime dell’umano nell’uomo»。1 È questa la felicità di cui parlo e che conferisce senso alla vita: non la prevedibile sollecitazione dei piaceri più scontati, ma ciò che attiva e nutre l’umano nell’uomo。 Quando la si trova, questa felicità che deriva dall’umano nell’uomo diviene il tesoro più prezioso dell’esistenza, la fonte di energia pulita che alimenta la vita senza dover pagare la bolletta a nessuno, perché sgorga da dentro。» (V。 Mancuso, I quattro maestri)Quattro punti di riferimento o guide, e un solo munus che Vito Mancuso, autore de I quattro maestri, (ri)prende da Vasilij Grossman, alla cui memoria il testo è dedicato: trovare l’umano nell’uomo。 Ma cos’è – chiede Mancuso al lettore – questo “umano nell’uomo”? Non è altro che la strada, la chiave per la felicità, non consistente punto nell’appagamento dei beni e dei desideri più semplici e scontati, effimeri e caduchi, ma nell’identificazione di vita e libertà, la cui fusione non può prescindere da due condizioni essenziali: l’armonia con il mondo e la cognizione del dolore。Anzitutto, essere in armonia con il mondo presuppone necessariamente una situazione di benessere interiore personale, onde ne deriva che «il senso della vita non è fare, ma è stare; più precisamente, è stare in armonia; fino a diventare e a essere armonia»。 Secondariamente, ma non per importanza, è solo tramite la sofferenza che si impara a conoscere se stessi e gli altri。 Eppure, sottolinea Mancuso, quest’epoca si contraddistingue per una sfiducia sempre crescente nei confronti dell’uomo, il quale non sembra (più?) essere in grado di trovare e comprendere a un tempo cosa sia “l’umano nell’uomo”。 Da qui, il distinguo kantiano tra l’intelletto (Vernunft) e la ragione (Verstand): il primo consente di capire il mondo e di carpirne i segreti, la seconda è funzionale alla generazione della Weltsbedeutung。Aggiungendo all’intellectus e alla ratio le peculiarità del corpo e le passioni del cuore, possiamo dire di aver trovato ciò che ci rende umani。 L’umano nell’uomo cui Grossman si riferisce ha il suo centro nevralgico nella libertà, nella rettitudine e nella bontà, ma per intraprendere un tale cammino, che dia pieno significato alla nostra esistenza, è necessario affidarsi a quelle che Karl Jaspers ha definito “le personalità decisive” (die massgebenden Menschen)。 Esse sono: Socrate, Confucio, Buddha, Gesù, i cui precetti e insegnamenti, basati su una concezione etica della verità della vita, insegnano a diventare virtuosi。 (Per questo Mancuso aveva inizialmente pensato di intitolare il saggio SoBuCoGe)。Che si tratti di Socrate o di Confucio, di Buddha o di Gesù, il vero maestro è colui che insegna (in-segnante, uno che segna dentro) ad essere autentici, (dal greco autòs, «se stesso», ed entòs «dentro»), a diventare ciò che si è, lottando, in definitiva, per un mondo più giusto。 E questo mondo può essere più giusto sulla base di quattro condizioni, incarnate dai quattro suddetti magistri: l’educazione, la guarigione, la socialità e, appunto, la giustizia。Socrate è un educatore della vita secondo virtù, la quale insieme all’etica è la medicina dell’anima; è il fondatore della filosofia come morale e della morale come filosofia, promuovendo l'(auto)coscienza come principio primo, perché è soltanto guardando dentro di sé che l’uomo può anelare alla veritas。 Dunque, la sua attenzione è tutta protesa all’interiorità, in netto contrasto con i filosofi della scuola di Mileto, focalizzati sulla natura e sulle cose della natura。 In tal senso, la philosophia è un esercizio spirituale, ricerca della sapienza, con la consapevolezza che il bene esiste ed è raggiungibile。 Il tì esti (cos’è) si trasmuta nel quesito “che cos’è che ci rende umani?”, a cui Socrate risponde: «Colui che ci ordina di conoscere se stessi ci ordina di conoscere l’anima»。 Detto altrimenti, l’uomo è la sua anima e, quindi, la sua coscienza o, come dice Eraclito, «è l’essenza di una persona che vive» e, di conseguenza, la filosofia è l’educazione dell’anima。Da Socrate educatore, Mancuso passa al Buddha medico, che invece di occuparsi delle questioni metafisiche e teologiche, si pre-occupa di trovare il modo per estirpare la sofferenza e mostrare la strada che conduce alla guarigione, dalle tenebre alla luce (Buddha significa “illuminato”)。 In entrambi i casi si tratta di conoscere, di risanare la mente dall’ignoranza, di cimentarsi nella pratica piuttosto che impegnarsi pedissequamente nella discettazione di questioni filosofiche: «un monaco è isola per se stesso, prende rifugio in se stesso e non in altro»。 Per il Buddha, la sofferenza è parte costitutiva della vita, ma l’esistenza non è interamente dolore:«Non c’è nulla che non contenga sofferenza, ma non c’è nulla che sia solo sofferenza senza contenere la possibilità della gioia。»Bisogna prendersi cura di sé, insegna il buddhismo, tramite l’autocontrollo e la disciplina interiore: comportarsi giustamente per diventare interiormente giusti, ma non sempre ciò consente di superare e vincere la sofferenza。 È per questo che taluni buddhisti sostengono che la chiave della felicità consista nel ricongiungimento con il presente e questo porta a una trasformazione della visione del mondo。 Si ottiene così la liberazione。Confucio, interessato al bene comune, è definibile come politico。 Concepisce l’etica come cura per la vita civile, la politica come connessione con altri esseri umani, il valore più elevato del “senso di umanità” (ren), – dal momento che «la vera politica è un atto d’amore per il mondo e per gli uomini che lo abitano» – e lo studio come “acquisizione e trasmissione della sapienza antica”, come via contemplativa della vita, quale mezzo e strumento, infine, per affrontare il proprio viaggio nel mondo。 Si aggiunga l’importanza della riflessione che sgorga dallo studio, perché «studiare senza riflettere è vano, riflettere senza studiare è pericoloso»。L’uomo ha sì la forza di educarsi al bene e alla giustizia, ma senza la virtù non è un essere umano:«essere uomini ed essere umani è la medesima cosa。 Se non sei umano, non sei un uomo; ne hai la parvenza, ma sei lontano dall’esserlo nell’effettiva verità di ciò che significa essere un uomo。»Eppure, se è vero che tutti vogliono avere il senso dell’umano, è altrettanto vero che nessuno vi si dedica come dovrebbe, in modo incondizionato。 La lectio confuciana consiste proprio in questo: nell’esercizio del senso di umanità seguendo cinque precetti virtuosi (rispetto, generosità, sincerità, zelo, affabilità), da cui derivano la temperanza, l’autonomia personale e la saggezza。 D’altronde,«È rendendo diritto il proprio cuore che si perfeziona se stessi。 È perfezionando se stessi che si riordina la propria casa; è riordinando la propria casa che si riordina il proprio paese, ed è quando i paesi sono in ordine che la Grande Pace si realizza in tutto l’universo»。Una volta, di più, Confucio loda ed elogia la politica come rettitudine ed evidenzia l’antitesi tra l’uomo nobile che esamina se stesso, pone la iustitia al di sopra di tutto e «soffre per il fatto di non sentirsi all’altezza, non soffre perché gli uomini non riconoscono i suoi talenti» e l’uomo dappoco che misura e giudica gli altri。Gesù, fondatore del cristianesimo e della Chiesa, è un profeta (etimologicamente «colui che parla al posto di»), il cui messaggio presenta una forte connotazione politica: annuncia, infatti, un mondo che diventerà tosto dominio di Dio。 Nietzsche sostiene che l’insegnamento di Gesù mira a un rovesciamento di valori (trasvalutazione), a una metánoia (cambiamento, conversione), per via della quale si parla di un'”etica rivoluzionaria”, per cogliere il volto più vero e giusto del mondo e della vita。Infine, Vito Mancuso passa in rassegna il quinto maestro e, probabilmente, quello più importante: il maestro interiore, asserendo che«Nella nostra esistenza tutti abbiamo bisogno di educazione, di guarigione, di armonia dei rapporti e di speranza in un mondo più giusto, ma quello che in ogni caso è essenziale è capire qual è di volta in volta il bisogno effettivo della nostra interiorità per raggiungere la pace interiore e, almeno qualche volta, anche la felicità。»Perciò:«L’obiettivo non è fare di se stessi un fedele di questa o di quella religione, o un seguace di questa o di quella filosofia; l’obiettivo è trovare le sorgenti di energia positiva e di slancio vitale per incrementare la propria rettitudine e il proprio coraggio di esistere。»Concludendo questa lunga escursione, I quattro maestri è una lettura che, grazie alla semplicità lessicale e stilistica, non richiede un impegno particolare, ma è consigliata, se non altro per il messaggio di bontà, giustizia e rettitudine che ne trapela, le quali coincidono esattamente con l’acquisizione dell’areté (virtù) e questa, a sua volta, presuppone il monito delfico del nosce te ipsum。© Antonietta Florio 。。。more

Steve

Ho letto altre opere di Mancuso e ne riconosco qualità divulgative di grande rilievo。 In particolare sono da tempo fortemente interessato alla figura storica di Gesù e alle pagine ad esso dedicate。 In questo libro ritengo che il capitolo dedicato a Gesù sia in assoluto ciò che di meglio ho letto sull'argomento。 Mancuso come studioso teologo e vicino alla chiesa Cattolica ripercorre con sorprendete lucidità la vita di Gesù, il profeta, da una angolazione umana , scevro da ogni dogma , studioso de Ho letto altre opere di Mancuso e ne riconosco qualità divulgative di grande rilievo。 In particolare sono da tempo fortemente interessato alla figura storica di Gesù e alle pagine ad esso dedicate。 In questo libro ritengo che il capitolo dedicato a Gesù sia in assoluto ciò che di meglio ho letto sull'argomento。 Mancuso come studioso teologo e vicino alla chiesa Cattolica ripercorre con sorprendete lucidità la vita di Gesù, il profeta, da una angolazione umana , scevro da ogni dogma , studioso della materia , in possesso di elementi storici e bibliografici di rilievo ricostruisce a mio parere perfettamente la figura dell'uomo e l'opera che han costruito dopo di lui i primi Cristiani a partire da Paolo di Tarso e gli stessi Vangeli。 Socrate e Confucio analizzati con passione e di facile ricezione , ho avuto difficoltà a leggere le pagine dedicate a Budda。 Complessivamente ho apprezzato il libro e mi è piaciuta la lettura。 。。。more

Maldifassi Giovanni

You can read my review at this linkhttp://gmaldif-pantarei。blogspot。com/ You can read my review at this linkhttp://gmaldif-pantarei。blogspot。com/ 。。。more